Quello che più sorprende in Virna Lisi è la duttilità - davvero non
comune nel cinema italiano - di un'attrice capace di affrontare con
identica immedesimazione commedie e melodrammi, passando dal confronto
con Jack Lemmon in "Come uccidere vostra moglie", dove Richard Quine la
sceglie come "nuova Marilyn Monroe" per una parte da "svampita" tra il
comico e il brillante; al tenero ritratto di Milena, la giovane cassiera
innamorata che Pietro Germi le disegna addosso in Signore e signori;
alla Wilma Malinverni della Cicala di Alberto Lattuada, che va
apparentemente contro la sua bellezza, invecchiandola, per farle meglio
esprimere una disperata vitalità. Dopo mezzo secolo di indiscusso
"predominio del regista", oggi si torna a interrogarsi su chi sia
l'autore di un film, sottolineandone gli aspetti di opera collettiva,
cui molti talenti e molte professionalità devono contribuire per
garantirne il successo. In questa prospettiva, ripercorrere la
straordinaria carriera di un'attrice come Virna Lisi può suggerire una
delle possibili risposte.
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