Il teatro d'opera non è solo parola e musica: è anche immagine. Ma se
testo verbale e testo musicale sono fissati nel tempo, una volta per
tutte, l'apporto visivo varia ad ogni nuova produzione. Nondimeno, il
libretto e la partitura offrono alla scena molti più suggerimenti di
quanto si creda (e di quanto i moderni registi sappiano cogliere),
attraverso didascalie verbali 'esplicite' e didascalie musicali
'implicite'. Sulla scia di importanti studi sulla gestualità della
musica nel teatro di Verdi e di Wagner, si indaga qui il caso delle
Nozze di Figaro, dove la musica di Mozart è notoriamente ricalcata sul
testo di Da Ponte fin nelle didascalie sceniche, prossemiche e gestuali,
producendo un secondo livello di indicazioni che diremmo 'registiche',
attraverso tempi, ritmi e sonorità evocative. Dopo alcune premesse sul
concetto di partitura come 'copione di regia', sul rapporto fra musica e
didascalia, sulle funzioni gestuali della musica, si indaga sui vari
tipi di didascalia presenti nel libretto e nella partitura.
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