Soffrire al lavoro non è una fatalità. Questo dimostrano l'attività e
le scoperte di Christophe Dejours, psichiatra e nume tutelare della
psicopatologia del lavoro francese. Da quarant'anni la sua ricerca tiene
testardamente insieme due poli: la denuncia delle sconvolgenti sofferenze
psichiche patite dai lavoratori, esplose a livello epidemico con le
ristrutturazioni aziendali del new management neoliberale, e la rivendicazione
del lavoro come sfera ineludibile dell'autorealizzazione individuale e collettiva.
Studiare la vita al lavoro, scandagliandone le dimensioni più intime e
nascoste, diviene allora preludio a una mossa politica capitale: sottrarre il
lavoro al campo del dominio, resistere alla sua distruzione, esigendone per
tutti e tutte una versione liberata e pienamente umana.
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