L'opera di Tolkien è, per ampiezza e profondità, uno dei più rilevanti
fenomeni culturali e sociali dell'età moderna. Al pari di Siddharta di
Herman Hesse, Il Signore degli Anelli è riuscito ad interpretare le
esigenze e i problemi di una società esausta e massificata che affidava e
affida al regno della parola ciò che, nella realtà, non era e non è più
in grado di esprimere. Scorrere le pagine scritte da Tolkien equivale
perciò a entrare in un altro mondo, in una dimensione "altra". Per
questo, Il Signore degli Anelli non è un semplice divertissement
letterario, ma qualcosa di più profondo e importante. È l'impegno in una
ricerca al cui termine non c'è un "Monte Fato" da raggiungere e neppure
un "anello" da gettare nel magma infuocato del destino. C'è però una
meta cui pervenire, che coincide con quella maturazione interiore e con
quella ricerca di se stessi che rifiuta ogni vincolo, ogni anello del
potere con tutte le sue seduzioni e con tutti i suoi pericoli.
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