martedì 28 aprile 2020

La filosofia del Signore degli Anelli (Mimesis)





















L'opera di Tolkien è, per ampiezza e profondità, uno dei più rilevanti fenomeni culturali e sociali dell'età moderna. Al pari di Siddharta di Herman Hesse, Il Signore degli Anelli è riuscito ad interpretare le esigenze e i problemi di una società esausta e massificata che affidava e affida al regno della parola ciò che, nella realtà, non era e non è più in grado di esprimere. Scorrere le pagine scritte da Tolkien equivale perciò a entrare in un altro mondo, in una dimensione "altra". Per questo, Il Signore degli Anelli non è un semplice divertissement letterario, ma qualcosa di più profondo e importante. È l'impegno in una ricerca al cui termine non c'è un "Monte Fato" da raggiungere e neppure un "anello" da gettare nel magma infuocato del destino. C'è però una meta cui pervenire, che coincide con quella maturazione interiore e con quella ricerca di se stessi che rifiuta ogni vincolo, ogni anello del potere con tutte le sue seduzioni e con tutti i suoi pericoli.

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