Elisa Springer aveva ventisei anni quando venne arrestata a Milano, dove
era stata mandata dalla famiglia per cercare rifugio contro la
persecuzione nazista, quindi fu deportata a Auschwitz il 2 agosto 1944.
Salvata dalla camera a gas dal gesto generoso di un Kapò, Elisa
sperimenta l'orrore del più grande campo di sterminio. Eppure conserva
il desiderio di vivere e una serie di fortunate coincidenze le
consentiranno di tornare prima nella sua Vienna natale e poi in Italia.
Da questo momento la sua storia cade nel silenzio assoluto, la sua vita
si normalizza nasce un figlio e proprio la maternità è il segno della
riscossa. È per lui che Elisa ritrova le parole che sembravano perdute
per raccontare il suo dramma.
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