Il testo si raccomanda all'appassionato di Tolkien che vuole ritornare
alla bellezza e potenza del dramma cristologico che sostanzia la
narrazione. Ma si raccomanda anche al teologo che vuole continuare ad
imparare come dire e raccontare universalmente la singolarità
cristologica anche nel nostro tempo, ma ancor più a quello che vuole
continuare a esporsi alla sconvolgente lezione dei Vangeli. "Una
rilettura": ha duplice significato. Il primo rimanda al fatto, più volte
ricordato nell’epistolario, della necessità di rileggere il romanzo per
scorgervi le verità profonde e fondamentali che non sono evidenti da
subito perché prendono vita come storia e come simbolo. Il secondo
significato sotteso è una visione “nuova” dell’opera che, rispetto a
tutti coloro che (in gran parte) continuano ancora a misurare la
cattolicità del romanzo in base alla presenza esplicita o meno di Cristo
o del “religioso”, vuole mostrare come solo uno sguardo diverso – dal
punto di vista teologico-cristologico – sia più coerente con il testo
stesso e possa rendere ragione della proposta tolkeniana
(dall’introduzione). Qui non è Toninelli che parla de Il Signore degli
Anelli o di Tolkien, ma è Toninelli che fa parlare Il Signore degli
Anelli attraverso Tolkien e Tolkien attraverso Il Signore degli Anelli.
Non è facile conquistare e mantenere un tale equilibrio. Ma la passione
più che decennale per questo testo, l’acribia nel confrontare i testi
originali con quelli in edizione italiana, la notevole cultura del mondo
tolkeniano... unite ad una connaturale esuberanza giornalistica e ad
una solida competenza teologica, hanno condotto Toninelli a consegnarci
un testo dove la qualità teologica potesse emergere non come “altra”
rispetto al romanzo, ma proprio dentro le pieghe di una storia che,
narrandosi, sta dicendo la Storia di Colui che è la Via, la Verità e la
Vita di ogni storia (dalla prefazione di R. Maiolini).
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